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sabato 8 agosto 2015

Tappa 06: Mandela -Subiaco 32km*


7 agosto
*6,5 fatti in auto
A parte l'arrivo è una delle tappe a mio avviso più brutte e spero che questo record non venga battuto dalle prossime! Al 99.99% si cammina su asfalto. Ahiaiai!!!! che dolore ai piedi ed infatti sono qui sul letto a contemplare sulla fine da far fare alla vescica apparsa sul tallone. La buco oppure no? Per ora scrivo poi si vedrà!
Se chiudo gli occhi e penso a questo tratto mi vengono in mente solo le strisce bianche sull'asfalto. Non ho notato nessun punto panoramico, nessuna attrazione in genere.
La partenza è stata sempre tra le 5.30 e le 6. In pratica ai primi raggi dell'alba. Esco dal b&b di Marzia, saluto un suo vicino che si offre di darmi un passaggio anche se non glielo avevo chiesto. Accetto ma solo fino a Vicovaro in pratica mi fa risparmiare 1,5 km. L'uscita dal paese porta ad un sentiero in terra che passa accanto alla diga. Incontro un gruppo giovanile numeroso e un po chiassoso. Sono i ragazzi del pellegrinaggio della santa trinità. Procedono a passo speditissimo, sembrano maratoneti. Sono anche mal equipaggiati. Uno ha 2 bottiglie d'acqua da 1.5lt attaccare con una corda al collo. Devono correre e non possono indugiare più di tanto alle mie domande. Buffi perché li ritroverò fermi dopo il ponte per ricompattarsi e poi non li rivedrò più anche se il percorso credo sia identico. pochi km poi riprende l'asfalto per Sanbuci. anche a Sanbuci niente bar e tanto asfalto.

 Mi spazientisco e ad ogni passaggio di auto tiro fuori il pollice. Si fermerà Giancarlo un pensionato originario di Roma con problemi alle gambe. Mi porta così vicino a Gerano. Altri 5 km di asfalto risparmiati. Qui faccio finalmente colazione, compro un panino, una gatorade e riprendo a camminare. Quanto asfalto! Inizio a zoppicare, ecco è qui che deve essermi formata la vescica. A 10 km da Subiaco cambia il tipo di strada e mi immetto in una dove passano veramente pochissime auto. Mi fermo, faccio pausa e cambio le scarpe con i sandali. Che sollievo. Anche tempo migliora. Il sole cocente viene parzialmente offuscato da alcune nubi. Arrivo alle 14.00 a Subiaco. È forse il paese più grande incontrato fino ad ora. Prima che finisca il paese mi fermo a prendere due tranci di pizza e una birra. Guardo internet e mi accorgo di aver involontariamente scatenato un putiferio con il mio precedente articolo. Non era mia intenzione. Ci sono stati problemi di comunicazione. Rimedierò. Fino ad ora ho giudicato negativamente solo una situazione ne Marzia, ne Patrizia meriterebbero questo trattamento.
Arrivo finalmente alla meta. L'abbazia di S. Scolastica. Si trova in una altura fuori dalla città.
È una struttura grandiosa ma per ora posso limitarmi a vederla solo dall'esterno. Inizia a piovigginare ma smette immediatamente.Telefono a don Marco che mi accoglie prontamente e mi porta in foresteria. Anche qui sono l'unico ospite.
Don Marco mi invita a cena e mi dice di vestirmi molto coperto. L'unica cosa che ho maniche lunghe è un pile. Credo che a cena patiró un pò il caldo. Pazienza ne vale la pena.

Fare un pellegrinaggio per me è un esercizio di stile. Ognuno in maniera più o meno consapevole crea il proprio. Per me ci deve essere un carattere di sobrietà. A me per esempio piace portare gli stessi pantaloni e maglietta di Santiago 2009. Ormai sono lisi e pieni di toppe ma mi ricordano le motivazioni che mi hanno spinto verso questa ricerca. Ultimamente mi sto rendendo conto che non mi dispiace prendere passaggi d'auto solo per brevi tratti e solo se fanno il mio stesso percorso che controllo su gps. Per me camminare è un momento di riflessione e meditazione. Questo non succede nelle strade più o meno trafficate dove addirittura rischio la mia incolumità a causa della mancanza della banchina. Se si ferma una macchina e mi toglie da questo pericolo e mi permette anche di avere un confronto interessante con qualcuno del luogo ecco questo momento lo ritengo pari ad un bel tratto in mezzo al bosco.
È pomeriggio, cerco di scrivere più velocemente possibile i miei pensieri ma a volte le palpebre sono piuttosto veloci a chiudersi. Mi assopisco. Non so per quanto tempo, è un sonno profondo che mi rigenera. Una telefonata mi sveglia. È una persona cara. Parliamo un po e poi via a concludere la serata. Alle 19.00 partecipo ai vespri. È una messa cantata. Siamo un po meno di 30 persone, tutti disposti ai lati dell'altare suddivisi in due parti. Religiosi ed ospiti, immagino. Dal mio lato siamo in due. Terminata la funzione si va a cena. Difficile trovare le parole giuste per descrivere la scena. Una sala immensa con un tavoli continui disposti a ferro di cavallo. Regna il silenzio ed il rumore delle vettovaglie. L'apparecchiatura per ogni persona è molto ricercata. La cena non è male e tutto si svolge celermente. Se non si capiscono i tempi si rischia di perdere la portata, non si vuole che di indugi in questo momento. Riesco ad arrivare per un pelo al salmone. Alle 20.30 sono già di ritorno in foresteria. Ci salutiamo con don Marco.
Brutta tappa, stupenda conclusione!




:) #perantiquaitinera #camminodisanbenedetto

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