Pagine

martedì 12 agosto 2014

13a tappa Pieve di Romena

11 agosto
13a tappa  km 45
Rimbocchi - Pieve di Romena
Sveglia alle 6.20 faccio colazione con Romano come da programma.
Scendo giù e carico la bici. Sono un po nervoso.
Ci metto più del solito, olio la catena e gonfio le gomme. Poi scende Romano, mi racconta che aveva appena aiutato 2 pellegrini che passavano di li preparandogli la colazione. Mi accompagna fino all'uscita del paese per assicurarsi che prenda la direzione giusta. È stato un piacere conoscerlo. Il sentiero inizia in salita e che salita! ....ma io oggi

lunedì 11 agosto 2014

12a tappa Rimbocchi

10 agosto
12a tappa  km 38
La Scheggia - Rimbocchi
Ho dormito proprio bene su quel pulcioso divano sopra alle buste piene di lenzuola e coperte invernali. L'appoggio non era solido ed infatti sono precipitato giù al pavimento con tutto il sacco a pelo proprio nel cuore della notte. Ne ho approfittato per liberarmi di due gocce proprio sotto l'albero vicino al fabbricato. Ieri ero arrivato qui proprio esausto. Come

sabato 9 agosto 2014

11a tappa primi segni di cedimento

9 agosto
11a tappa  km 36
Rigutino - La Scheggia
Già all'alba c'era qualcosa che non andava.
Troppo stanco, non ero riuscito a recuperare le forze.
Fino ad ora, nel primo pomeriggio,  è una continua lotta con i tafani che pizzicano a più non posso.  Arrivo con fatica ad Arezzo verso le 10 credo. Prendo un panino e una bibita ma non riesco a riprendermi. Non è solo un fatto di cibo. Ieri da Roberto ho mangiato a sufficienza ma ho bisogno ancora di dormire. Il caldo, le salite, la polvere degli sterrati, le pietraie ed la lotta agguerrita contro i tafani mi sfianca. Approfitto della gentilezza di una persona per bagnarmi dalla testa ai piedi. Va meglio ma non basta. Alle 13 in cima ad un monte, a 28 km da Rigutino,  sotto una quercia mi butto a terra e mi addormento e rompo nel sonno gli occhiali. I guai non finiscono qui. Si sgancia la catena qualche volta e cosa ancora più grave si stacca per due volte la ruota posteriore e non capisco perché.
Mi ribalto mentre passo in un semplice guado. La stanchezza ha ormai preso il sopravvento.  Basta! Non posso raggiungere di certo la meta che mi ero prefissato in queste condizioni. Gli occhi sono spenti e la mente vuol fermare il mio corpo anche se non ho alcun dolore muscolare. Se vedo una minima difficoltà nella salita scendo e spingo. Non ho energie per affrontarle mentalmente ancor prima che fisicamente.
Fortunatamente posso chiedere aiuto proprio al punto segnalato sulla guida fi Giovanni. Sono nei pressi della Fattoria della Scheggia e poco più avanti c'è l'antico ristoro. Alla fattoria sono in piena attività perché oggi arrivano altri turisti ai quali affittare gli appartamenti. Non c'è posto per me ma capendo la situazione mi offrono un divano in uno stanzino vicino ai locali della lavanderia che si trovano in un fabbricato piccolo ed isolato. Accetto e li ringrazio. Per questa tappa ne doccia ne pulizia dei vestiti.  Ma questo non sa un problema basta riuscire a continuare. Grazie a Carlo e Vera avverto l'ospitaliere di Rimbocchi che ritardo di un giorno. Ma quelli del Santuario della Verna lo capiranno mai che funziona così per un pellegrino? Nulla è certo! 
Vado subito alla locanda dove faccio un pranzo completo. Torno alla fattoria. Metto il sacco a pelo sopra il divano che mi hanno offerto,  sopra sacchi di lenzuola e coperte e sprofondo in un primo sonno ristoratore.  Mi sveglio aspetto di
tornare alla locanda alle 19.30 voglio mangiare nuovamente e tornare a riposare  quanto prima in modo da essere pronto ad affrontare la giornata di domani che sarà sempre molto dura.
Le ginocchia intanto sono provate, devo averle sforzate. Nel frattempo un po di relax. Mi chiama prima Niccolò e poi Giorgio. Per motivi molto diversi mi fa piacere parlare con entrambi.

10a tappa da Giovanni alla pieve di Rigutino

8 agosto
10a tappa  km 55
Passignano sul Trasimeno - Rigutino
Una delle tappe più difficili. Lo sapevo da quando ho iniziato a pensare a questo giro. Un tratto  è già difficile a farlo a piedi e percorrendolo in discesa figuriamoci a farlo in mtb e in salita.
Ma procediamo con ordine. La mattina è iniziata bene con una ottima luce e con la vista del lago che con la sua immobilità mette serenità. Partendo da Passignano bisogna affrontare subito una salita molto lunga e ripida ma fortunatamente su asfalto. Il percorso varia, si passa da sterrati a sentieri fino a tornare sull'asfalto. Mi piace molto questo paesaggio che diventa sempre più gentile nelle forme e nella cura dei dettagli. Siamo ormai in Toscana!  Dopo una curva seduto sui gradini di una chiesa di campagna incontro Samuele.  Sapevo di lui. Aveva pernottato da Giovanni al rifugio la Sassaia. Ma che soddisfazione quando vedo ai suoi piedi una copia della guida di questo percorso. Ho curato io la parte cartografica! Wow
Ovviamente non svelo questo particolare e indago su eventuali criticità.
Intanto, così come ho fatto ogni giorno, mi preoccupo di telefonare per il pernottamento del giorno seguente.  Chiamo al Santuario della Verna e scopro che è tutto pieno, può succedere,  e che avrei dovuto chiamare giorni prima..... ma siamo alle solite?  Sono un pellegrino e non un turista, non ha senso prenotare cin molto anticipo. Io per esempio sono in anticipo di almeno 3 gg sulle date. Cosa avrei dovuto fare, passare i pomeriggi per disdire e riprenotare? In Spagna hanno capito e non accettano prenotazioni. Qui in Italia ci confondono con i turisti  e cosa ancora più triste questo succede nei Santuari e nei posti più richiesti. Cosa peggiore sono anche intransigenti e non accettano che dorma a terra. Gestiti proprio bene questi posti. Telefono subito a Carlo e Vera che mi risolvono prontamente sistemandomi a Rimbocchi, subito dopo la Verna. Meno male io non avevo questo riferimento. Sarà bello così conoscere qualcosa di nuovo e poi è proprio la terra d'origine della famiglia di Vera un motivo in più vper essere curiosi.
Arrivo finalmente a Cortona, fa molto caldo ed ho voglia di una fetta di cocomero. Vado nel centro storico da un ortofrutta e chiedo una bella fetta di anguria.  Il tizio esagera e me ne da una da 1,4 kg. La farò a metà con un "vucumprà". Ci sediamo in uno scalino e ce la godiamo fino a che non ci fanno sloggiare.
Dopo questa pausa riprendo a pedalare sino ad arrivare all'Eremo le Celle. Un posto incantevole.
Dopo inizia la parte più dura del percorso,  una pietraia di svariati km e dal notevole dislivello che mi impegnerà a portare a spinta la bici sino alla cima. Lo sapevo e l'ho fatto. Mi fermo  poi a Castiglion Fiorentino e infine arrivo esausto da Giovanni al rifugio la Sassaia di Rigutino. Lui è un vero amico.  Se avessi avuto un problema sarebbe corso a risolverlo. Fa così con tutti i pellegrini!  Mi offre una cena spettacolare con una mega bistecca e altre leccornie. Al rifugio è  sempre festa! Parteci ai vespri poi al rinfresco con sangria e dolci e infine senza alcuna forza crollo nella branda che Giovanni ha sistemato in biblioteca. Fine di una tappa molto dura anche se quella di domani sarà ancor più dura.

venerdì 8 agosto 2014

9a tappa - Passignano sul Trasimeno

7 agosto
9a tappa 73 km
Assisi - Passignano sul Trasimeno.
.....ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso.....
Questa citazione la capiranno gli "strani".
Sono felice. Ora punto a casa!
Mancano pochi km, pochi giorni.
Fino al Santuario della Verna seguirò a ritroso il "Cammino le celle di San Francesco" promosso dal mio amico Giovanni. Ho lavorato anche io a questo progetto per la parte cartografica. Sarà un piacere provarlo direttamente sul campo.
Giovanni ha fatto un buon lavoro. Il cammino è ben segnalato anche all'interno dei sentieri.  Questo fa risparmiare tempo e ansia. Percorro strade asfaltate ma anche una pista ciclabile nel parco lungo Tevere.  Ben presto noto che il cavalletto si è rotto. Non sarà questo a fermarmi.
In poco tempo mi ritrovo a Perugia. È la prima volta che la vedo.  È  un città interessante,  ha un bel centro storico monumentale. Mi piace perdermi tra quei vicoli tortuosi.
Sono libero, non devo rendere conto a nessuno del mio tempo o delle mie azioni.  Mi voglio godere questo momento. Quando sono ad una certa distanza da Perugia mi rendo conto di aver lasciato i guanti da mtb al bar. È troppo lontano per tornare indietro.  Decido di proseguire senza.  Non sarà questo a fermarmi.
Chiamo Giovanni per avvertirlo che domani sarò da lui al Rifugio La Sassaia a Rigutino. Mi da un'ottima dritta, mi dice di portare i suoi saluti ai pastori sardi che incontrerò da li a poco. Una volta arrivato alla fattoria porto i suoi saluti, riempio le borracce e mi gusto un ottimo caprino e pecorino insieme al pane carasau. Che ospitalità!!!!!
Saluto, ringrazio e proseguo. Quel sapore mi accompagnerà per molto ancora. Mi fermo a Ponte a Rigo,in pratica ho superato il punto più alto del tracciato. Faccio pausa al bar ed inaspettatamente mi viene offerta la consumazione.
Saluto, ringrazio e proseguo.
Alle 18 sono praticamente davanti alla chiesa di san Cristoforo a Passignano sul Trasimeno e siamo proprio di fronte al lago.  Assisto alla messa e poi mi faccio dare le chiavi del posto in cui sarò ospitato. Una stanza del centro scout, nel bollente sottotetto di un fabbricato che accoglie nei piani inferiori anche la caritas. Sono da solo e decido di dormire in un divano della caritas tra pacchi di pasta, scatolette di cibo ed indumenti da devolvere ai bisognosi. Vado a cenare e poi crollo nel divano.
Casa è sempre più vicina e niente mi deve fermare.

giovedì 7 agosto 2014

8a tappa arrivo ad Assisi

6 agosto
8a tappa 62 km
Bastardo - Assisi - Eremo le carceri.
L'affetto e il calore ricevuti ieri da don Oliviero sono state le ultime cose preziose ricevute.
Ho dormito pochissime ore. Alle 5 sono puntualmente già sveglio. Faccio colazione con alcune cose rimaste dalla sera prima e alle 7.00 inizio a pedalare. È una bella giornata ma solo perché sono un po in quota infatti mi basta scendere in paese a Bastardo per trovarmi immerso in una nebbia,  fitta, fredda e bagnata. Mi rifugio in un primo bar chiedo un cappuccino molto caldo e prendo una brioches. Non mi soddisfa. Entro quasi subito in un secondo bar e prendo un rustico ripieno e un caffè. Niente, la mattina non vuol  decollare.
Umore fiacco, gambe di piombo.
Sarà la nebbia, sarà che sono stanco. La catena esce più volte sia dal cambio che dalle moltlipiche.
Riuscirò a fare questi 42 km per raggiungere Assisi?  Anche la strada è monotona.
Quando sono in piano le strade si sviluppano dritte per così tanto che sembrano infinite. Alle 13.00 lemme lemme arrivo ad Assisi.
Ritiro subito la Assisiana e visto la basilica.
È stata la mia prima meta di cammino fatto in coppia nel 2011....
Aggiungo un bel chissenefrega, visti i risultati, e guardo avanti.
Assisi mi ricorda molto Santiago, Roma fortunatamente è un caso a parte. Sono tutte e 3 mete di pellegrinaggio.  Dalle prime due, una volta arrivato, vorrei fuggire quanto prima, vista l'aria falsa e bigotta che mi sembra di respirare. Lì tutto costa caro e i pellegrini vanno presi a fasci, velocemente e senza che avvengano discussioni.   Il tempo è denaro. Anche a Leuca in Puglia sfortunatamente è così.
A Roma invece, grazie all'ospitale della Confraternita, tu sei una persona unica da accogliere al meglio e magari senza chiederti nulla in cambio.
All'Ospitale della Pace (e meno male che si chiama così) di Assisi si sono arrabbiati quando ho commentato il costo della loro offerta.
All'Eremo delle Carceri,5 km di salita tosta sopra Assisi non mi hanno potuto ospitare perché il custode si è licenziato e stanno aspettando che arrivi il nuovo che deciderà secondo sua volontà come gestire l'accoglienza.
Mi hanno detto ripassi il primo settembre.....
Sono senza parole.
Meno male che in giro esistono realtà, oltre a quella citata sopra, come la comunità di Bose, suor Ginetta a Siena, le Carmelitane di Morrocco, il sacerdote del quartiere Santa Rosa di Lecce, Giovanni a Rigutino e tutti gli altri che non menziono.
Il pellegrino non è un turista!!!
Non accoglierlo è peccato e non una possibilità di scelta.
Può mancare il materasso, la cena, la pulizia, i vetri alle finestre e qualunque altra cosa ma non la possibilità di essere accolti per evitare una notte all'addiaccio.
Ok forse oggi sono acido,  me ne rendo conto da solo. Meglio provare ad addormentarmi altrimenti rischio di fare una strage tra questi ragazzi tedeschi e svedesi che affollano l'ostello.

mercoledì 6 agosto 2014

7a tappa - pensiero stupendo

5 agosto
7a tappa 73 km
Amelia - Giano dell'Umbria anzi no, Bastardo!
Mi sveglio sempre qualche minuto prima che suoni la sveglia, sono le 5 e 10. Mi piace fare le cose con calma. Alle 6.10 sono alla reception. Arrivano in anticipo i gestori dell'Ostello Giustiniani. Sono dei giovani ragazzi veramente a modo, hanno aperto da appena un mese e ci tengono a fare bella figura ed io ci guadagno un'ottima colazione. Alle 7.00 sono in sella, sono riposato, pieno di energie e c'è una bella giornata quindi ......via! Le ruote girano veloci su un fondo amico ed un paesaggio interessante fatto di dolci pendii, campi di girasole e balle di fieno. Sono distratto e cado in una discesa. Non mi faccio niente ma sento alcuni strani e rumori provenienti dal disco posteriore.  Passo da Montecastrilli dove vedo .... (ometto x ora se no fallisce una sorpresa).... entro e in poco tempo .... (omett). Bene missione compiuta, sono felice. Mi fermo da un biciclettaio al faccio vedere la ruota posteriore ma mi rassicura è tutto ok. Incontro un gruppo di giovani pellegrini marchigiani di circa 25 anni.  Prima erano in sei ma due si sono ritirati a causa delle difficoltà delle prime tappe dove anche loro si sono persi a causa delle segnalazioni insufficienti.
Arrivo ad Acquasparta felice,  finalmente un percorso senza inconvenienti!
Cerco un ortofrutta e vado da Aldo, mio coetaneo, un omone di quasi 2 metri appassionato di mtb.
Mi accoglie con molte feste. Mi offre una mega fetta di anguria, una pizzetta ed un caffè. Non vuole essere pagato,  solidarietà sportiva!  Ha una famiglia stupenda li al negozio. La moglie, donna bella e sorridende, e due figli di 7 e 2 anni con cui mi kntrattengo parecchio. Quando ci salutiamo questa situazione mi porta quasi dei lacrimoni per l'emozione.
Continuo la mia corsa fino alle pendici del monte che dovrò attraversare. A causa della pendenza dovrò spingere la  bici per diversi km. Ne approfitto per  avere un lungo momento di raccoglimento. Questo è uno degli aspetti che differenzia il pellegrinaggio da altre attività come il trekking.  Arrivo in cima ai monti Martani. Posso finalmente salire in sella. Prendo un sentiero,  la segnaletica è al solito assente. Manca sul territorio attività tipiche del CAI. Dopo un po pur essendo sul tracciato perdo il sentiero. Decido, dopo aver fatto e rifatto il percorso di prendere un sentiero segnato nella cartografia delle Openstreetmap del mio GPS che mi riporterebbero sul tracciato ma molto più avanti. Riconosco un sentiero che quindi seguo fino a che una faggieta fitta fitta non mi si chiude addosso.  Lascio la bici e vado in avanscoperta. Scendo in un letto di fiume sassoso e poi risalgo sul monte. Mi allontano molto dalla bici, tanto ho il gps con me. Mi rendo conto che non riesco a raggiungere il tracciato. Meno male sono senza bici, ho così risparmiato molto tempo e fatica. Ritorno alla bici e decido di tornare indietro.  Per queste cose uso il gps come filo di arianna. Ma che succede? Il gps in questo fosso coperto da questa macchia boschiva ha una cattivissima ricezione. Precisione di 30 m o segnale debole.
Aiuto!
A vista fatico nell'intricato dedalo di fusti a vedere il sentiero che ho percorso.
Panico!
Lascio nuovamente la bici e proseguo a piedi cercando di segnare a terra il percorso per non perdere l'orientamento.
Ansia!
Non mi era mai successo, eppure non sono stato incosciente.
Che fare?
Ad un primo tentativo mi ritrovo su un punto già percorso quindi sbagliato, poi ecco finalmente trovata la strada.
Ho perso un sacco di tempo e di fiducia. In questa situazione non posso attraversare questi monti. Decido di riscendere a valle. Il ghiaione instabile mi fa cadere almeno un paio di volte senza alcuna conseguenza.
Alla fine arrivo su una strada principale.
Percorreró a valle su asfalto una strada parallela a quella dei monti.
È meglio così.
Fa caldo, è pomeriggio avanzato, comincia ad arrivarmi un grande sconforto per essermi allontanato così tanto dal tracciato.
Ma che ci faccio qui io?
E come se non bastasse inizio a sentire per la prima volta un fastidio proprio li a causa del sudore. Sono costretto a pedalare spesso in piedi dopo aver improvvisato una specie di toeletta.
Punto verso Massa Martana e sulla strada vedo un'antica pieve ed attaccato un bar.
Ignoro la pieve e mi butto nel bar. Tra coca, limone,  ghiacciolo e caffè cerco inutilmente di recuperare il morale. Riluttante accetto il in consiglio di andare a vedere la chiesa di S. Maria in Pantano.
È stupenda!
Ma io sono giù d'animo e sono ripiegato su me stesso e non in senso metaforico. Rimango con la testa china sul pavimento fino a che non mi rilasso ascoltando il niente. Devo proseguire. Devo utilizzare quello che ho per migliorare la mia giornata, il mio pellegrinaggio. Esco determinato. Rimonto in bici. Nessun bruciore. Indosso le cuffie per isolarmi dal traffico, il rock di Bennato, mi da la giusta carica. La strada diventa uno schermo televisivo ed io  canto e mangio la pizzetta di Aldo. Arrivo così a Bastardo. Ho ripreso il tracciato.  Chissà quante cose belle mi sarò perso sui monti.
Ma chissenefrega!!!!
Ora devo pensare a trovare l'alloggio. I riferimenti di alberghi sono sbagliati.  Cerco su internet. Niente non trovo niente. Entro in una cartoleria e mi faccio indicare la chiesa più vicina. Li incontro don Oliviero.  Li cambia la mia giornata.
Mi dice che non c'è nessun problema. Devo aspettare che celebri la messa. Assisto quando finisce faccio mettere il timbro sulla credenziale e mi indica come arrivare all'Abbazia di S. Felice.
Devi tornare indietro di 4 km tutti in salita tutti sotto un diluvio condito da fulmini.
Ma io sono felice. Il posto è molto bello.
Don Oliviero è stato per 8 anni al Preziosissimo Sangue vicino casa mia a Firenze, conosce bene la mia città natia. Fa e dice tutto quello che avrei voluto vedere o sentire per riprendere coraggio e serenità.
Sono felice
Mi porta un'ottima cena.
Domani se Dio vorrà sarò ad Assisi,  felice!
Apro una piccola parentisi.
Quando manca la segnaletica minuta nei sentieri, non chiamiamoli "cammini" ma "trekking". Sono due cose diverse

lunedì 4 agosto 2014

6a tappa - in Umbria!!!

4 agosto
6a tappa 72 km
Castel Sant'Elia - Amelia
Oggi seconda tappa del Cammino degli Angeli (Roma - Assisi) ed è stato un secondo massacro.
Ho le gambe piene di graffi a causa dei rovi, pungitopo e altro, le irritazioni delle ortiche non danno fastidio. Quando a fine tappa mi disinfetto le ferite le gambe riprendono a bruciare. .....
Ieri ho passato una bellissima serata cenando fuori, sotto al colonnato nella corte interna dell'immobile che ospita i frati micheliti del Santuario di S. Maria delle Rupes. Ho stramangiato ed oggi ero pieno di energia. Mi hanno offerto anche una mega colazione. In queste situazioni sono proprio senza pudore.
Il paesaggio è molto bello, si attraversano delle lunghissime necropoli rupestri che sono veramente affascinanti. Peccato che nell'insieme, dal mio punto di vista,  un cammino vero ancora non c'è. Manca totalmente la segnaletica. Esiste solo quella nelle intersezioni con le strade veicolari. All'interno dei sentieri ti puoi solo affidare al gps. Il libro non riesco ad usarlo, come guida,  ma questo è un mio limite.  Non porto mai libri cartacei. Per questi motivi spesso ho dovuto lasciare la bici per ispezionare il tracciato. In molti casi, pur essendo sulla traccia, non potevo proseguire a causa dei rovi.
In un caso ho trovato una soluzione migliore della loro.  Ho guadato diversi torrenti, mi sono ribaltato,sono scivolato più di una volta mentre, spingevo su rocce ricoperte di muschio, e in qualche caso la bici mi crollava addosso. Ho dovuto fare molto scouting per trovare una via di uscita e questa attività mi toglie tempo, energia e serenità. In queste condizioni si può fare trekking o avventure in generale ma non pellegrinaggio  poiché ti manca la possibilità di pregare. Secondo me basta veramente poco per sistemare il tutto e valorizzare questo cammino che è così pieno di storia. L'ingresso a Corchiano ti lascia senza fiato e non solo per la salita.
La velocitá media registrata nei primi 15 km è stata di 2,8 km. Praticamente se fossi andato a piedi avrei fatto neno fatica e sarei stato più veloce.
Sono sempre riuscito alla fine a ritornare sul tracciato tracciato tranne negli ultimi 20 km, dove non ho potuto continuare sul tracciato ed ho dovuto ripiegare sulle strade principali.  Meglio ho conosciuto cosi Massimo,  cicloturista con bici da 70 kg di Ostia e diretto in Francia. Io gli offro un succo al bar e lui mi offre un cetriolo del suo campo, pari!!!!!! Arrivo ad Amelia alle 17.30 stanco ma non sfinito. Sono in un ostello privato, trattamento da pellegrino e sarò ospite alla cena medieve della contrada. Corro a prepararmi.... ho una fame bestiale :)

5a tappa, da ora punto verso il Nord

3 agosto,
5a tappa, 6º giorno di cammino
Roma - Castel Sant'Elia 75 km.
Sono rimasto un giorno in più a Roma. Impossibile partire il giorno dopo la partenza. Volevo andare a pregare alla tomba di san Pietro.
Oll'ospitale della Confraternita di san jacopo fortunatamente permettono questo tipo di sosta.
Alle 9.30 tutti fuori fino alle 15. La nuova ubicazione in trastevere è molto bella e la grande ed accogliente corte interna permette molte attività e facilita la convivialità.
Stamani come da accordi presi mi sono fatto aprire alle 6.30. Già dalle 6.00 ero pronto. Inizia a piovigginare. Copro gli zainetto e mi metto la giacca e viaaaa! Mai stato così veloce. Roma è deserta. Faccio i primi 50 km nelle prime 3/4 ore.
È tutto asfalto fino a Campagnano Romano (?). Dopo inizia lo sterrato e i problemi infatti per percorrere gli ultimi 25 km impiegherò più di 7 ore. Trovo la strada crollata, sono sicuro di esserci passato qualche giorno prima ed era sana. La situazione è abbastanza pericolosa ma non ho scelta. Uso delle transenne per aumentare la superficie di appoggio e poi riesco a passare. Subito dopo incontro Federica, la fisioterapista sudtirolese conosciuta ad Acquapendente. È al telefono ed è disperata pensa di essersi persa. appena mi vede prima non mi riconosce e mi chiede aiuto poi, a distanza ravvicinata, quando vede che gli sorrido, mi si lancia addosso con un lungo abbraccio. La rassicuro che è sulla strada giusta ma non so darle informazione certa sulla distanza con il paese che ho appena passato. Il tempo continua a minacciare diluvio quindi ci salutiamo e continuiamo il nostro cammino felici di questo evento. Volo sullo sterrato ma mi rendo conto di aver perso lo zaino, è scivolato dal manubrio. Lo troverò 2 km indietro. Perderlo avrebbe significato la fine del pellegrinaggio visto che li c'era tutto. Arrivo al parco del Treja. Mi dirigo verso le cascate del monte gelato ma sono costretto a rnunciare quel tratto non è praticabile in mtb. Raggiungeró Mazzano Romano seguendo la viabilità principale. Ben presto inizio ad uscire dalla via francigena e ad entrare nel percorso del CdA (Cammino degli Angeli). Tutto cambia. Il paesaggio è stupendo. Spariscono i rifiuti buttati in giro che caratterizzano l'ultimo tratto della VF via francigena. Altro sterrato in discesa e mi rendo conto di aver perso il gps. Lo troverò 200m indietro. Ma che mi succede oggi?  anche senza GPS non avrei più potuto continuare. Il percorso mi porta proprio in mezzo ad una fattoria. I vari recinti creano problemi ad uscirne velocemente.  Fortunatamente apparte un bue non incontro ne pastori ne cani. Mi fermo quando trovo un uccellino molto colorato sulla strada che, come le rondini non riesce a riprendere il volo da terra. Lo catturo e lo lancio in cielo dopo averne ammirato la bellezza . La segnaletica sul percorso è praticamente assente. Nell'unico caso in cui la trovo è fuorviante e mi butta proprio dentro i rovi. Torno indietro e continuo a seguire il tracciato. Non è un percorso facile. La vf mi aveva abituato male. Ora dietro ogni curva ci può essere un problema insormontabile. Percorrere l'antica via Amerina regala tratti suggestivi. Alla fine arrivo alle 18 a Castel Sant'Elia presso il santuario di S. Maria ad rupes. Vengo accolto in maniera eccezionale da questa giovane comunità di religiosi per lo più polacchi. la sera ceneremo insieme, circa 20 persone,  io unico italiano. Poi subito a letto, sono senza energie.

sabato 2 agosto 2014

4º giorno Inaspettatamente Roma!!!

Quarto giorno
Viterbo - Roma
100 km
Mi alzo prima che suoni la sveglia, sono le 4.45. Mi sento molto riposato. Non sono stato  disturbato dal gruppo per niente, forse grazie al quartino di vino, ai tappi nelle orecchie e alla bandana sugli occhi o forse perché erano veramente educati. La bici è in un luogo inaccessibile a me, oltre il cancello,  almeno fino a che non si sveglia il custode (6:00 am). Decido di scavalcare  il muro con tutti gli zaini. Preparo così la bici. Mi accorgo di aver la ruota davanti parecchio sgonfia!!!! .....azzz! Sono quasi a zero con la manutenzione ciclistica.  Se dovessi cambiare la camera d'aria ci impiegherei qualche ora come minimo. Poiché ho comprato delle camere con gel autoriparanti decido di gonfiarla semplicemente, (il gel ha funzionato! Il giorno dopo è ancora ok).
Prima delle 6.00 riscavalco il muro in modo che il custode non se ne accorga. Passo almeno mezz'ora a chiamarlo sotto la sua finestra. Non ha rispettato i patti ed è li che dorme e russa alla grande. Alla fine parto, vado al bar per la colazione ed alle 7.00 sono a pedalare per consumare gli 80 km che mi separano da La Storta, la meta iniziale. C'è poco da dire e da mostrare con foto.  Il paesaggio sarebbe bello quanto l'incantevole Val d'Orcia, anzi di più visto che li la mano dell'uomo ha esagerato con la trasformazione in quei campi,  ma qui, avvicinandosi a Roma, regna sovrana l'incuria e l'inciviltà con rifiuti un po dappertutto.
Il tracciato che seguo è il mio, cioè quello registrato nel natale 2012, mi rendo conto che non posso seguirlo. Dovrei andare contromano su una strada provinciale.  Impossibile.  Decido di cambiare quindi tragitto e grazie al lavoro di Cristina Menghini (chi non la conoscesse si documenti,  anzi la cerchi!) seguo il tracciato originale.  Pedalo veloce e non faccio che brevi fermate come al bar a Campagnano Romano,  splendido paese d'impianto medievale in cima ad un cucuzzolo arduo da scalare. Noto che tutte le fontane sono asciutte e dopo aver parlato con una vecchina del paese ricordo del noto problema dell'acqua con troppo arsenico, un motivo in più per pedalare veloce.  Alle 16:00 sono già arrivato alla meta. Dopo 80 km  non mi sento stanco,  chiamo le suore disdico il mio pernottamento a La Storta e procedo per Roma. Dopo 4 giorni di spazi aperti, Roma mi aggredisce con il traffico e soprattutto con il frastuono. Punto verso piazza S. Pietro. Ad un incrocio, in salita,  uno schianto di ragazza che spinge a mano una citybike mi fa una battuta. Le sorrido, non capisco e procedo. Al semaforo successivo lei mi raggiunge con un'allegria esagerata. Capisco! È una ciclopellegrina fuori dal comune. Non ha nessuna attrezzatura tecnica, ne gps ne niente, ne borse speciali. Ha un cestino davanti ed uno zaino scolastico nel portapacchi posteriore legato alla "bene e meglio". Non è graffiata, punta dagli insetti, bruciata dal sole, sporca di fango, sudata. Non è tutto questo lei è semplicemente Marta della provincia di Milano. Ha percorso Siena Roma in 5 giorni ma è attrezzata/abbigliata come per andare a prendere le zucchine al mercato. Ha tutta la mia stima, è un fenomeno! Ricevo così un bello schiaffo morale che mi ricorda che le motivazioni innanzitutto.   Decidiamo di arrivare insieme e festeggiare al centro di Piazza San Pietro. Poi,  così come è giusto,  ognuno per la propria strada. Raggiungo l'ospitale tenuto dalla Confraternita di S. Giacomo. È a Trastevere,  al centro di Roma. Hanno cambiato immobile rispetto a quello dove ero stato le 2 precedenti volte. È spettacolare, ha un grande giardino interno, permettono di ricoverare le bici. Dopo la doccia,  a me come a tutti quelli arrivati oggi, fanno l'antico rito della lavanda dei piedi. Subito dopo si cena. C'è gente di tutto il mondo, saremo una trentina. Sono stanco. Mi offrono per stanotte un divano.  Dovrò dormire facendo passare le gambe sotto i braccioli intermedi ed infatti eccomi qui alle 2.30 am a scrivere. Ci deve essere nel divano anche qualche ragno o bestia simile che si sta divertertendo a massacrarmi gli interno coscia. Ho caldo, poi freddo e poi fame. Spero che passi presto questa notte!