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mercoledì 6 agosto 2014

7a tappa - pensiero stupendo

5 agosto
7a tappa 73 km
Amelia - Giano dell'Umbria anzi no, Bastardo!
Mi sveglio sempre qualche minuto prima che suoni la sveglia, sono le 5 e 10. Mi piace fare le cose con calma. Alle 6.10 sono alla reception. Arrivano in anticipo i gestori dell'Ostello Giustiniani. Sono dei giovani ragazzi veramente a modo, hanno aperto da appena un mese e ci tengono a fare bella figura ed io ci guadagno un'ottima colazione. Alle 7.00 sono in sella, sono riposato, pieno di energie e c'è una bella giornata quindi ......via! Le ruote girano veloci su un fondo amico ed un paesaggio interessante fatto di dolci pendii, campi di girasole e balle di fieno. Sono distratto e cado in una discesa. Non mi faccio niente ma sento alcuni strani e rumori provenienti dal disco posteriore.  Passo da Montecastrilli dove vedo .... (ometto x ora se no fallisce una sorpresa).... entro e in poco tempo .... (omett). Bene missione compiuta, sono felice. Mi fermo da un biciclettaio al faccio vedere la ruota posteriore ma mi rassicura è tutto ok. Incontro un gruppo di giovani pellegrini marchigiani di circa 25 anni.  Prima erano in sei ma due si sono ritirati a causa delle difficoltà delle prime tappe dove anche loro si sono persi a causa delle segnalazioni insufficienti.
Arrivo ad Acquasparta felice,  finalmente un percorso senza inconvenienti!
Cerco un ortofrutta e vado da Aldo, mio coetaneo, un omone di quasi 2 metri appassionato di mtb.
Mi accoglie con molte feste. Mi offre una mega fetta di anguria, una pizzetta ed un caffè. Non vuole essere pagato,  solidarietà sportiva!  Ha una famiglia stupenda li al negozio. La moglie, donna bella e sorridende, e due figli di 7 e 2 anni con cui mi kntrattengo parecchio. Quando ci salutiamo questa situazione mi porta quasi dei lacrimoni per l'emozione.
Continuo la mia corsa fino alle pendici del monte che dovrò attraversare. A causa della pendenza dovrò spingere la  bici per diversi km. Ne approfitto per  avere un lungo momento di raccoglimento. Questo è uno degli aspetti che differenzia il pellegrinaggio da altre attività come il trekking.  Arrivo in cima ai monti Martani. Posso finalmente salire in sella. Prendo un sentiero,  la segnaletica è al solito assente. Manca sul territorio attività tipiche del CAI. Dopo un po pur essendo sul tracciato perdo il sentiero. Decido, dopo aver fatto e rifatto il percorso di prendere un sentiero segnato nella cartografia delle Openstreetmap del mio GPS che mi riporterebbero sul tracciato ma molto più avanti. Riconosco un sentiero che quindi seguo fino a che una faggieta fitta fitta non mi si chiude addosso.  Lascio la bici e vado in avanscoperta. Scendo in un letto di fiume sassoso e poi risalgo sul monte. Mi allontano molto dalla bici, tanto ho il gps con me. Mi rendo conto che non riesco a raggiungere il tracciato. Meno male sono senza bici, ho così risparmiato molto tempo e fatica. Ritorno alla bici e decido di tornare indietro.  Per queste cose uso il gps come filo di arianna. Ma che succede? Il gps in questo fosso coperto da questa macchia boschiva ha una cattivissima ricezione. Precisione di 30 m o segnale debole.
Aiuto!
A vista fatico nell'intricato dedalo di fusti a vedere il sentiero che ho percorso.
Panico!
Lascio nuovamente la bici e proseguo a piedi cercando di segnare a terra il percorso per non perdere l'orientamento.
Ansia!
Non mi era mai successo, eppure non sono stato incosciente.
Che fare?
Ad un primo tentativo mi ritrovo su un punto già percorso quindi sbagliato, poi ecco finalmente trovata la strada.
Ho perso un sacco di tempo e di fiducia. In questa situazione non posso attraversare questi monti. Decido di riscendere a valle. Il ghiaione instabile mi fa cadere almeno un paio di volte senza alcuna conseguenza.
Alla fine arrivo su una strada principale.
Percorreró a valle su asfalto una strada parallela a quella dei monti.
È meglio così.
Fa caldo, è pomeriggio avanzato, comincia ad arrivarmi un grande sconforto per essermi allontanato così tanto dal tracciato.
Ma che ci faccio qui io?
E come se non bastasse inizio a sentire per la prima volta un fastidio proprio li a causa del sudore. Sono costretto a pedalare spesso in piedi dopo aver improvvisato una specie di toeletta.
Punto verso Massa Martana e sulla strada vedo un'antica pieve ed attaccato un bar.
Ignoro la pieve e mi butto nel bar. Tra coca, limone,  ghiacciolo e caffè cerco inutilmente di recuperare il morale. Riluttante accetto il in consiglio di andare a vedere la chiesa di S. Maria in Pantano.
È stupenda!
Ma io sono giù d'animo e sono ripiegato su me stesso e non in senso metaforico. Rimango con la testa china sul pavimento fino a che non mi rilasso ascoltando il niente. Devo proseguire. Devo utilizzare quello che ho per migliorare la mia giornata, il mio pellegrinaggio. Esco determinato. Rimonto in bici. Nessun bruciore. Indosso le cuffie per isolarmi dal traffico, il rock di Bennato, mi da la giusta carica. La strada diventa uno schermo televisivo ed io  canto e mangio la pizzetta di Aldo. Arrivo così a Bastardo. Ho ripreso il tracciato.  Chissà quante cose belle mi sarò perso sui monti.
Ma chissenefrega!!!!
Ora devo pensare a trovare l'alloggio. I riferimenti di alberghi sono sbagliati.  Cerco su internet. Niente non trovo niente. Entro in una cartoleria e mi faccio indicare la chiesa più vicina. Li incontro don Oliviero.  Li cambia la mia giornata.
Mi dice che non c'è nessun problema. Devo aspettare che celebri la messa. Assisto quando finisce faccio mettere il timbro sulla credenziale e mi indica come arrivare all'Abbazia di S. Felice.
Devi tornare indietro di 4 km tutti in salita tutti sotto un diluvio condito da fulmini.
Ma io sono felice. Il posto è molto bello.
Don Oliviero è stato per 8 anni al Preziosissimo Sangue vicino casa mia a Firenze, conosce bene la mia città natia. Fa e dice tutto quello che avrei voluto vedere o sentire per riprendere coraggio e serenità.
Sono felice
Mi porta un'ottima cena.
Domani se Dio vorrà sarò ad Assisi,  felice!
Apro una piccola parentisi.
Quando manca la segnaletica minuta nei sentieri, non chiamiamoli "cammini" ma "trekking". Sono due cose diverse

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