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sabato 9 agosto 2014

11a tappa primi segni di cedimento

9 agosto
11a tappa  km 36
Rigutino - La Scheggia
Già all'alba c'era qualcosa che non andava.
Troppo stanco, non ero riuscito a recuperare le forze.
Fino ad ora, nel primo pomeriggio,  è una continua lotta con i tafani che pizzicano a più non posso.  Arrivo con fatica ad Arezzo verso le 10 credo. Prendo un panino e una bibita ma non riesco a riprendermi. Non è solo un fatto di cibo. Ieri da Roberto ho mangiato a sufficienza ma ho bisogno ancora di dormire. Il caldo, le salite, la polvere degli sterrati, le pietraie ed la lotta agguerrita contro i tafani mi sfianca. Approfitto della gentilezza di una persona per bagnarmi dalla testa ai piedi. Va meglio ma non basta. Alle 13 in cima ad un monte, a 28 km da Rigutino,  sotto una quercia mi butto a terra e mi addormento e rompo nel sonno gli occhiali. I guai non finiscono qui. Si sgancia la catena qualche volta e cosa ancora più grave si stacca per due volte la ruota posteriore e non capisco perché.
Mi ribalto mentre passo in un semplice guado. La stanchezza ha ormai preso il sopravvento.  Basta! Non posso raggiungere di certo la meta che mi ero prefissato in queste condizioni. Gli occhi sono spenti e la mente vuol fermare il mio corpo anche se non ho alcun dolore muscolare. Se vedo una minima difficoltà nella salita scendo e spingo. Non ho energie per affrontarle mentalmente ancor prima che fisicamente.
Fortunatamente posso chiedere aiuto proprio al punto segnalato sulla guida fi Giovanni. Sono nei pressi della Fattoria della Scheggia e poco più avanti c'è l'antico ristoro. Alla fattoria sono in piena attività perché oggi arrivano altri turisti ai quali affittare gli appartamenti. Non c'è posto per me ma capendo la situazione mi offrono un divano in uno stanzino vicino ai locali della lavanderia che si trovano in un fabbricato piccolo ed isolato. Accetto e li ringrazio. Per questa tappa ne doccia ne pulizia dei vestiti.  Ma questo non sa un problema basta riuscire a continuare. Grazie a Carlo e Vera avverto l'ospitaliere di Rimbocchi che ritardo di un giorno. Ma quelli del Santuario della Verna lo capiranno mai che funziona così per un pellegrino? Nulla è certo! 
Vado subito alla locanda dove faccio un pranzo completo. Torno alla fattoria. Metto il sacco a pelo sopra il divano che mi hanno offerto,  sopra sacchi di lenzuola e coperte e sprofondo in un primo sonno ristoratore.  Mi sveglio aspetto di
tornare alla locanda alle 19.30 voglio mangiare nuovamente e tornare a riposare  quanto prima in modo da essere pronto ad affrontare la giornata di domani che sarà sempre molto dura.
Le ginocchia intanto sono provate, devo averle sforzate. Nel frattempo un po di relax. Mi chiama prima Niccolò e poi Giorgio. Per motivi molto diversi mi fa piacere parlare con entrambi.

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